CRITICA DEL "TERZIARIO"

Saggio su un nuovo metodo

di analisi delle attività terziarie

 

di Franco Archibugi

Centro di Studi e Piani Economici - 1977


 

 

Il saggio sul terziario fa parte degli studi di impostazione di una ricerca quantitativa, svolta dal Centro di studi e piani economici nel 1977, per conto della SVIMEZ, sulla struttura dell’attività terziaria in Italia.

Il saggio è servito come riflessione propedeutica all’impostazione metodologica della ricerca. Le conclusioni del saggio, relative a “un metodo nuovo di analisi del terziario” hanno costituito il rationale della suddetta ricerca. Si è ribadita infatti in occasione di questa ricerca, la inopportunità di una definizione “merceologica” del terziario, largamente obsoleta, ma una sua definizione basata su tre criteri attraverso cui filtrare i meccanismi logici di valutazione di una struttura produttiva di attività terziarie:

- la produttività (o efficienza produttiva “interna”)

- l’utilità individuale (o efficienza esterna individuali),

- e, infine, l’utilità sociale.(o efficienza esterna sociale).

Se dunque il terziario è da valutarsi, nella sua dimensione e nella sua efficienza in base ai suddetti criteri o misuratori, ne consegue che la esistenza di un terziario entro i limiti della convenienza individuale e sociale dipenderà dall’uso di un sistema di indicatori, senza di che ogni lettura della situazione del terziario diventa muta e inintelligibile. E’ solo dunque da dette misurazioni, che dipenderà la decisone se le situazioni entro le quali ci si imbatte sono positive o negative (anche dal mero punto di vista dei servizi di commercio), da contrastare o da favorire, etc. Ed è solo dalle misurazioni applicate in base a questi criteri potranno ricavarsi – situazione per situazione,- l’opportunità di una politica di incoraggiamento o di scoraggiamento dello sviluppo delle attività terziarie.